Radius client

L’ultimo passo per la configurazione di IEEE 802.1x é quello di installare e configurare il client. Solo nelle recenti versioni dei sistemi operativi, quali ad esempio Windows XP é incluso un client per questo protocollo, mentre per altri sistemi operativi é necessiario disporre di un client separato, sia esso commerciale od OpenSource. Nei prossimi paragrafi verranno descritti tali client, assumendo che l’amministratore abbia buona familiarità con la configurazione del sistema operativo e della configurazione dei certificati digitali (per Windows XP).

Esempio con Windows XP e Windows 2000

Come accennato in precedenza, Windows 2000 e Windows XP sono attualmente gli unici sistemi operativi che dispongono del protocollo IEEE 802.1x. Su Windows 2000 è però necessario installare l’apposito client descritto Microsoft Knowledge Base Article numero 313664 e scaricabile gratuitamente sul sito internet http://support.microsoft.com/default.aspx?scid=kb;en-us;313664. Vedremo negli esempi successivi la configurazione attraverso Windows XP, che differisce da Windows 2000 dalla gestione nativa delle chiavi WEP e di WPA. Si assume che l’amministratore di sistema o l’utente abbia già scaricato ed installato il proprio certificato digitale X.509. Continua a leggere

Access Point con Radius

Dopo aver configurato il RADIUS server é necessario abilitare il sistema di autenticazione 802.1x. Ogni Access Point é totalmente differente in questo, anche se i passi da seguire sono identici: l’abilitazione di 802.1x/EAP, inserimento del RADIUS server e relative porte di autenticazione/accounting (di default sono rispettivamente 1812 e 1813 su UDP), abilitazioni delle chiavi WEP. Per maggiori informazioni su come inserire questi parametri, si suggerisce di riferirsi al manuale del produttore dei propri Access Ponts.

A titolo di esempio, si vuole fornire una configurazione di Access Point Cisco, assumendo che la configurazione di base sia già stata effettuata (SSID, Frequenze, ecc..). Continua a leggere

La scelta implementativa di SE-linux

Ho voluto realizzare un compromesso tra sicurezza e manutenibilità del sistema. Nei sistemi di derivazione Red Hat, ovvero Fedora, CentOS e Red Hat Enterprise Linux, esistono due tipologie di policy preconfezionate disponibili con la distribuzione: la targeted e la strict. La modalità targeted ha il compito di proteggere e confinare i daemons, lasciando aperto tutto quello che non è esplicitamente confinato (quello che non è esplicitamente confinato è chiamato anche unconfined_t). Nella modalità strict ogni singolo programma e ogni singolo “ambiente” è confinato, dovendo impostare delle regole di abilitazione (si chiamano domain transition).

Sono stato combattuto tra quale delle due modalità utilizzare: sicuramente la prima è più facile da gestire, ma ha dei problemi a “confinare” i system administrators, mentre la seconda offre una sicurezza senza dubbio maggiore a livello militare, ma necessita di una preparazione sistemistica notevole, che normalmente operatori non hanno. Continua a leggere

Protezione dei files con SE-Linux

Un sistema ad accesso mandatorio, quale SE-Linux, permette di proteggere in maniera esaustiva un computer contenente files e dati sensibili. La sua gestione è però molto onerosa in quanto è necessario possedere delle solide conoscenze non solo dell’ambiente Linux, ma anche di sicurezza, sistemi mandatori e come funziona al suo interno SE-Linux. Spesso però da un lato non si necessita di tanta sicurezza, dall’altro non si dispone di sufficiente personale altamente specializzato per riuscire a gestire sistemi con dati sensibili. Questo whitepaper, basato su un caso reale, vuole illustrare una metodologia che coniuga alta sicurezza con una gestione di un ambiente unix non differente da quella tradizionale. Il documento si rivolge agli amministratori di sistema che abbiano solide basi di Linux e di sicurezza informatica, con una conoscenza di base di SE-Linux. Continua a leggere

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