Anatomia di un hard disk


dbAnatomia di un hard disk: Un hard disk è un dispositivo di memorizzazione, di norma composto da un insieme di dischi di materiale duro (da cui hard disk) ad esempio in alluminio o vetro, al contrario dei floppy che sono realizzati da una pellicola di plastica quindi da una consistenza piuttosto morbida.
Una volta messo in funzione, i dischi al suo interno ruotano a velocità che vanno da 3200 ad oltre 15000 giri al minuto (a seconda delle tecnologie e dei modelli); su di essi scorrono delle testine che leggono le informazioni registrate sul rispettivo disco. Ogni disco è suddiviso in tracce (no visibili ad occhio nudo), quest’ultime sono un insieme di cerchi concen­trici individuabili sulla superficie di un disco.

 

Ogni traccia è suddivisa in settori delimitati da una intestazio­ne (header) contenente l’identificativo del settore stesso e da un’area di separazione dal settore successivo (trailer), di norma un settore contiene 512 byte. Ad esempio, un piatto di un hard disk può contenere 1024 tracce composte a loro volta da
32 settori;i blocchi, invece, sono un insieme di settori,essi­ hanno infatti grandezze diverse, ecco perché a volte si sente parlare di dispositivi a blocchi. Abbiamo, inoltre, i cilindri che sono in effetti i cilindri che idealmente vengono costituiti dal sovrapporsi delle tracce di ogni faccia di un piatto.
Per completezza ricordo inoltre che un cluster (unità di misura nota nel mondo dei sistemi operativi Microsoft) è anch’esso composto da un insieme di settori. A questo punto, compren­diamo bene che la testina di un disco.non potrà leggere meno di un settore, di conseguenza non meno di 512 byte alla volta. Giova ricordare che il file (termine inglese che significa archi­vio) è un insieme d’informazioni organizzate in una sequenza di blocchi e presentate dal Sistema Operativo come se fossero un elemento unico registrato nel File System.

Da questo comprendiamo che nonostante la nostra percezione di file sia quella di avere un elemento unico in realtà i dati presenti al suo interno potrebbero essere memorizzati fisicamente in punti diversi dell’unità di memoria (hard disk), in questo caso si parla di frammentazione del file. In quest’ultima eventualità, nel caso del file che occupa più di un cluster in posizioni anche diverse, la frammentazione e la naturale ete­rogeneità dei file danno luogo ad un fenomeno che porta i cluster a non essere sempre utilizzati per tutta la loro gran­dezza. La parte rimanente si definisce come cluster non alloca­to (unailocated cluster); ricordando cosa abbiamo, possiamo comprendere che questa parte del cluster potrebbe contenere delle informazioni.

Questo discorso non vale per i nastri perché questi ultimi, essendo dispositivi a blocchi ad accesso sequenziale, effettua­no una scrittura cosi come noi scriviamo sulla riga di un foglio, senza soluzione di continuità.